La piaga del XXI secolo
Stefano Bartolini, Presidente I.B.C.
Riceviamo giorno dopo giorno notizie sempre più allarmanti sulla displasia renale. Ci hanno contattato disperati proprietari di giovani boxer gravemente malati e senza speranze.
Dalle informazioni che abbiamo, la malattia è presente in allevamenti riconosciuti e riguarda anche altre razze: un'allevatrice di Collie si è premurata di consultarsi con noi su un discusso test di origine canadese in uso, ma sulla cui attendibilità vi sono forti dubbi. Anche in Germania recentemente un convegno di allevamento del BK ha considerato la medesima problematica, cercando di valutare l'attendibilità del test canadese.
Insomma la displasia renale promette (o meglio minaccia) di diventare la piaga del 21 secolo, la grave patologia su cui puntare i riflettori della ricerca e della prevenzione. Nei decenni precedenti ignorata, perché non riconosciuta e confusa con tumori e altre malattie incurabili, la displasia renale è al contrario una malattia genetica per la quale molto si può fare a titolo preventivo nella selezione. Di displasia renale il cane muore, in giovane età, dopo mesi di inutili sofferenze del cane e del proprietario, che nulla può fare per salvarlo.
L'Italian Boxer Club da 5 anni collabora con l'Università di Pisa, che in Italia sta conducendo una ricerca, mediante controlli praticati in allevamenti (tra cui il medesimo allevamento di Casa Bartolini condotto dal nostro presidente, Stefano Bartolini) e Cliniche che operano sul territorio nazionale.
Dobbiamo una volta di più constatare come il Club ufficiale di razza in Italia (Boxer Club d'Italia) sia completamente indifferente ai problemi che affliggono la razza. Il Club ufficiale preferisce concentrarsi in questo momento sulla regolamentazione del settore lavoro, al solo scopo - peraltro - di creare esclusive (inconcepibili e uniche nella cinofilia internazionale), che permettano al Club di presidiare l'assegnazione di titoli.
D'altra parte per la razza boxer sono previsti controlli ufficiali, come quello della displasia all'anca e alla spondilosi, che sono patologie mai mortali e raramente invalidanti nel boxer, che richiedono una radiografia in anestesia totale e piuttosto costosa e che alimentano un discreto giro di affari tra veterinari e centri convenzionati, oltre a mettere un paletto nella selezione la cui utilità è discutibile. Viceversa, nessun controllo è previsto per le malattie renali, che possono essere indagate - trascurando l'efficacia dei test canadesi - con semplici esami quali ecografia ed esame delle urine, già attendibili anche se eseguiti precocemente, addirittura se effettuati all'età in cui abitualmente si adotta un cucciolo.
L'attesa di ogni proprietario è di vedere il proprio cane crescere sano e vitale: è preciso dovere di ciascun allevatore e più ancora di un club di razza che si qualifichi come tale, porre le premesse in sede di allevamento, perché ciò si possa sempre realizzare.
