Perché ad una domanda logica, si riceve una risposta illogica?

Quello che leggerete di seguito, è l'iter burocratico estremamente contorto e privo di logica, a cui un allevatore, che sempre si è battuto per la razza boxer, deve seguire per ottenere dei pedigree con la dicitura corretta del mantello. Chi conosce storicamante la razza boxer, sa perfettamente che esiste differenza tra i colori del mantello. Infatti esiste il boxer fulvo, quello tigrato e quello bianco. Purtoppo, per non si sa bene quali motivi, l'ente della cinofilia italiana, ha ben pensato che queste tre colorazioni fossero già più che sufficenti, dimenticando completamente il boxer pezzato.
Storicamente , oltre ai boxer colorati, nel libro delle origini, venivano regolarmente iscritti i boxer bianchi e i boxer pezzati. Questo perchè è un errore definire bianco un boxer che ha delle macchie colorate più o meno diffuse sul mantello, poichè per boxer bianco, bisognerebbe intendere solo quei soggetti che hanno mantello  di colore bianco.

Quindi un allevatore che decide di iscrivere una cucciolata, specificando nel modo corretto i colori, si trova a far fronte a delle risposte, fornite dall'ente della cinofilia italiana, a dir poco assurde. In fatti dopo l'invio dei moduli compilati nel modo corretto, la risposta dell'ente è:" Manca il colore del mantello". Il colore del mantello non manca assolutamente ed è scritto nel modo corretto, bianco è una cosa, tigrato un'altra, fulvo un'altra ancora e se io ho un cucciolo il cui colore è pezzato, compilo il modulo specificando proprio questo. Anche perchè, per quale motivo dovrei specificare il colore del mantello bianco, quando in realtà è pezzato?

In seguito a questa risposta, ne giunge anche un'altra, sempre dall'ente preposto alla tutela della cinofilia italiana. In questa seconda lettera, non si parla più di colore del mantello, ma vengono riportate alcune righe dello standard di razza, con precisione la parte relativa ai difetti e nello specifico il colore, ovvero che il bianco non deve superare più di 1/3 del mantello. A tal proposito, non capisco che cosa ha a che fare lo standard con la richiesta di pedigree per una cucciolata, poichè proprio quella parte dello standard, si riferisce ai difetti, più o meno importanti e riferiti ai giudizi in esposizione. Difetto non è solo più di  1/3 del mantello bianco, ma anche i monorchidi, o quei soggetti che hanno le gambe vaccine o tanto altro ancora. Certamente è compito di un giudice in fase espositiva stabile cosa sia difetto più importante e cosa meno, tra tutti quelli elencati nello standard di razza. la cosa che però appare subito contradditoria, è che il soggetto che partecipa alle esposizioni è un conto e ben diverso è l'utilizzo dei soggetti in riproduzione.

Se io ho un boxer molto bello, ma contemporaneamente displasico o con problemi cardiaci o caratteriali, sicuramente escluderò quel soggetto dalla riproduzione, al contrario se ho un soggetto, che ha uno dei difetti elencati nello standard, come ad esempio anche un'altezza troppo elevata o il contrario, da un giusto accoppiamento, possono nascere degli ottimi soggetti sani ed equilibrati. Per tanto ancora oggi, non riesco a capire le risposte ricevute dall'ente della cinofilia, poichè alla richiesta di un semplice pedigree in cui era specificato il colore corretto del mantello, l'ente prima risponde che ho dimenticato di inserire il colore del mantello e poi mi risponde con un difetto elencato nello standard, tralasciando oltre tutto, tutti gli altri difetti.

Documenti

JPG: Lettera dell'ENCI del 21 Aprile 2008Lettera dell'ENCI del 21 Aprile 2008

JPG: Lettera dell'ENCI del 22 Aprile 2008Lettera dell'ENCI del 22 Aprile 2008

PDF: Lettera di risposta all'ENCI del 9 Maggio 2008Lettera di risposta all'ENCI del 9 Maggio 2008

GIF: Incontri con il boxer pag. 145Incontri con il boxer pag. 145

GIF: Incontri con il boxer pag. 146Incontri con il boxer pag. 146

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