Stefano Bartolini e il boxer bianco guardano avanti e... vanno oltre

I.B.C., Italian Boxer Club

Dopo mesi di lungo silenzio nell'attesa che Il Ministero delle politiche Agricole Alimentari e Forestali si esprimesse circa la correttezza delle procedure adottate dall'Enci riguardo al divieto di riproduzione per il boxer bianco, Stefano Bartolini non perde le speranze e non si ferma.

Allo stato, prende atto della mancata risposta da parte del Ministero ma continua e persevera nella ricerca della verità.

La battaglia per il riconoscimento del diritto a riprodursi del boxer bianco non è persa e l'obiettivo è sempre lo stesso: avere una risposta sul perché il boxer bianco tuttora si trovi privato della capacità di riprodursi per una dicitura che è totalmente priva di fondamento giuridico e per di più non è supportata da alcun dato scientifico ma addirittura sembra essere il frutto di una irregolarità di procedura che ha comportato che un documento come il pedigree, che, giova ribadirlo, può essere modificato soltanto previa autorizzazione all'Enci che provenga da un decreto ministeriale del Ministero delle politiche Agricole Alimentari e Forestali, sia invece stato modificato senza che di questo decreto di autorizzazione si rinvenga traccia.

Con il fine supremo di ridare dignità ad un boxer che per lunghi anni è stato oggetto di discriminazioni, di soppressioni incontrollate e, in generale, oggetto di un più generico maltrattamento genetico a seguito della impossibilità di riprodursi per motivi che esulano dalla salute e dal benessere della razza, Stefano Bartolini non si ferma e oltre che "guardare lontano", va "oltre" spingendosi fino alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano, con l'intento di esporre alle autorità competenti la storia del boxer bianco nella speranza che dall'esposizione dei fatti, l'autorità giudiziaria adita rinvenga i presupposti per esercitare un azione penale che dia giustizia ad un cane che ha avuto la sola sfortuna di nascere bianco e ponga fine ad una procedura che si considera illegittima.

La situazione del boxer bianco, ad oggi, è questa.

Non ci resta che dare fiducia alle autorità giudiziarie e nel frattempo pubblicizzare quanto più possibile che il boxer bianco è un cane sano, uguale ai suoi fratelli tigrati e ai fulvi, con pari dignità e velleità espositive (queste ultime solo potenziali in Italia mentre risultano effettive in Germania, madrepatria della razza e in Svizzera), con un legittimo pedigree macchiato purtroppo da un divieto di riproduzione per una profonda ingiustizia.

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